egli era

Don Lorenzo Giulente, rimastogli amico, ebbe un bel difenderlo, smentire le esagerazioni, gli animi amareggiati dal disinganno chiedevano un capro espiatorio. (F.De Roberto, «La messa di nozze»)

D'altronde aveva un bel fare a sforzarsi a credere che il modo come la Velia aveva presentate le cose era la pura verità: bisognava non aver conosciuto, come lui, le donne, per non capire che quello era un racconto, per così dire, spurgato, «ad usum delphini...». (B.Cicognant, «La Velia»)

Passai una notte scellerata. Avevo un bel dirmi che nulla era vero di quanto veniva accagionato a Cecco, ch'egli era incapace di tanta iniquità. (V.Bersezio, «Racconti popolari»)

— Storie, sì! Hanno un bel dire che son storie. (G.Testori, «Il Brianza e altri racconti»)

Gli uffici... aiutano i deputati novizi ed inesperti a parlare in pubblico, li aiutano a rompere il ghiaccio dell'oratoria parlamentare. (G. Faldella, «Il paese di Montecitorio»)

Per sciogliere il ghiaccio, Libò offrì al carabiniere il libriccino, tanto che se ne faceva? Il carabiniere lo intascò in silenzio. (D. Paolella, «Le italiane furiose»)

Egli era indeciso se recarsi al convegno fissato con la moglie o risalire da Fantinelli, col quale avrebbe desiderato di scambiare qualche parola, visto che ormai il ghiaccio era rotto in grazia di quel avvenimento inatteso che li aveva buttati l'uno nelle braccia dell'altro. (T. Lori, «Bufere sull'Arno»)

Domandai, così, tanto per rompere il ghiaccio: «A che cosa pensi?». (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

Volevo subito in qualche modo rompere il ghiaccio, ma proprio non sapevo che dire. (U. Pirro, «Le soldatesse»)

Tutti questi scrittori, che del Cardano han fatta memoria, convengono che costei era un folle ed un fanatico. Ma... Io stesso Cardano ha rotto il ghiaccio su questo punto a quelli che hanno scritto dopo lui; e non ha avuto ribrezzo di confessare, senza molti circuiti ch'egli era un pazzo. (A. Buonafede, «Ritratti poetici e storici»)

Egli era quello che mi veniva a cercare, quando qualche impertinenza commessa mi metteva al bando della famiglia. (I.Nievo, «Confessioni di un italiano»)

Uscimmo ancora col babbo ed egli era orgoglioso di me, diceva: «Il mio ragazzo», «L'erede», «Il bastone della mia vecchiaia» (V. Pratolini, «Via de Magazzini»).

Tuttavia egli era d'indole troppo buona e mite per tenere il broncio a chicchessia e fece al notaio la solita cera. (E. Castelnuovo, «L'onorevole Paolo Leonforte»)

...ed egli era ridotto veramente come quei cani, che a furia di buscarsi dei calci e delle sassate da questo e da quello, finiscono col mettersi la coda fra le gambe e scappare alla prima anima che vedono. (G. Verga, «Rosso malpelo»)

Egli era rimasto dall'infanzia al concetto passatista del poeta affamato e male in arnese, in omaggio alla sentenza che i carmi non danno pane. (U. Morucchio, «Storie di ieri, di oggi... e di domani»)

...Ed ora nella compagnia del signor Fabrizio egli era capo di certe lance spezzate, e molto bene attendeva a questa come ad ogni altra bisogna di guerra. (M. d'Azeglio, «Ettore Fieramosca»)

«Chi c'è di là?» domandò Guido Veronica, senza ombra d'impazienza. Il Mattina si protese e disse sottovoce: «Préola figlio, la lancia spezzata d'Ignazio Capolino». (L. Pirandello, «I vecchi e i giovani»)

Per le sue belle doti egli era stato ricevuto a porte aperte pur nelle case più aristocratiche. (A. Albertazzi, «Novelle umoristiche»)

Egli era sempre venuto col cappellano della Madonna, timido come un coniglio, anche lui, e si facevano animo a vicenda. (E. Calandra, «La bufera»)

Egli era sicuro che il restar a colazione non avrebbe già avuto per conseguenza di lasciar da parte gli affari, ma anzi di farli rimettere sul tappeto in condizioni più favorevoli. (E. Castelnuovo, «I Moncalvo»)